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L’impatto del web, social e videogame su 700mila adolescenti: una dipendenza crescente

L’accessibilità e l’enorme quantità di informazioni, intrattenimento e connessioni sociali disponibili online rendono il web un luogo allettante per gli adolescenti. I social media consentono loro di mantenere contatti con amici e familiari, condividere esperienze, esprimere la propria identità e scoprire nuove tendenze culturali. I videogiochi, d’altra parte, offrono un’esperienza interattiva coinvolgente e gratificante, permettendo agli adolescenti di sfuggire alla realtà e di sfidarsi in ambienti virtuali.

Il tempo medio trascorso su internet è in aumento e si stima in più di 6 ore al giorno, purtroppo, la dipendenza dalla tecnologia sta diventando sempre più diffusa tra i giovani. Secondo uno studio promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga e dal Centro Nazionale Dipendenze dell’Istituto Superiore di Sanità, almeno 700.000 adolescenti in Italia sono dipendenti da web, social e videogiochi. Circa 100.000 di questi giovani fanno un uso compulsivo di TikTok e Instagram, mentre quasi altrettanti si chiudono per mesi in camera passando ore sul web. Altri 500.000 sono a rischio di dipendenza da videogiochi.

Tutto questoè stato discusso a Cagliari a un convegno della Società di NeuroPsicoFarmacologia e Società di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza

L’impatto del web, social e videogame su 700mila adolescenti: una dipendenza crescente

I dati raccolti dall’Irccs Stella Maris e la Ausl di Bologna su oltre 8.700 studenti fra gli 11 e i 17 anni mostrano che quasi il 12% ha una forma di dipendenza dai videogiochi, il 2,5% fa un uso compulsivo dei social e l’1,8% si chiude per mesi in camera vivendo su computer e smartphone. Secondo Claudio Mencacci, presidente della Società di NeuroPsicoFarmacologia, i ragazzi di oggi sono più spesso vittime di ansia e depressione e meno inseriti nel tessuto sociale rispetto ai coetanei di 20 anni fa. La pandemia, le guerre e le crisi ambientali amplificano un disagio che era già presente.

Matteo Balestrieri, professore di Psichiatria all’Università di Udine, afferma che è importante osservare i giovani a casa e in classe per cogliere i segnali del disagio e imparare a discriminare i segni di un disturbo. La dipendenza da dispositivi, spiega Stefano Berloffa dell’Uoc di Psichiatria dell’Età Evolutiva, è riconoscibile da vari segni, come l’impiego nei momenti di stress, l’astinenza, il mentire sull’uso e la perdita di altri interessi. Spesso si associa a disturbo ossessivo-compulsivo.

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