Un fungo ci salverà? Il suo nome scientifico è Formes Formentarius. A quanto pare questo abitante del regno vegetale potrebbe darci una mano a salvare il nostro Pianeta.
Recentemente avevo seguito un documentario in Tv in merito. Dove nello specifico si parlava di un “fungo” che avrebbe presto sostituito la pelle di origine animale nel design. La cosa mi ha incuriosita non poco e quindi ho fatto una ricerca più approfondita e… Recentemente la rivista Science Advances ha pubblicato una ricerca su un fungo.
Ed ovviamente tale ricerca non è finalizzata solo al design. Infatti questo fungo a dir poco miracoloso potrebbe cambiare davvero radicalmente il nostro rapporto (dannoso) con l’ambiente. Si chiama Fomes fomentarius e secondo i ricercatori è una possibile alternativa ai materiali plastici e non solo. Mi è capitato vedere spesso questa specie di fungo e mi era stato detto di non toccarlo. Pensate che oggi potrebbe rappresentare una grande svolta, meraviglioso.
Pensate a cuffie, memory foam per imbottire scarpe e non solo, addirittura esoscheletri di aerei. Tutto questo e anche di più, potrebbe essere costruito con il corpo estremamente malleabile e resistente di questo strano fungo che somiglia al legno.
Lo studio del fungo, che ci salverà
Inaspettatamente, i corpi fruttiferi di F. fomentarius e le loro proprietà materiali hanno ricevuto l’attenzione della comunità scientifica solo molto recentemente. Nonostante abbiano un grande potenziale per la produzione di materiali biodegradabili simili alla pelle da biomassa lignocellulosica. Sicuramente questo studio fornirà come fonte di ispirazione per la produzione di materiali ultraleggeri multifunzionali con proprietà che potrebbero potenzialmente rendere migliori i materiali naturali in futuro. Tuttavia, i polipori perenni (questo particolare fungo detto a mensola) producono tipicamente corpi fruttiferi duri e persistenti che devono essere in grado di resistere ai diversi disturbi naturali che incontrano durante la loro esistenza.
Ad esempio, è abbastanza facile immaginare gli impatti generati dalla caduta di oggetti, come i rami degli alberi, o i carichi generati dalle condizioni climatiche, come il vento e la neve. Il corpo fruttifero dovrebbe anche avere una protezione sufficiente per resistere agli attacchi di fungivori come i coleotteri, ma va notato che alcuni di questi organismi possono anche aiutare il fungo a diffondere le sue spore in modo più efficiente. Sicuramente è una grande speranza.
Un fungo ci salverà. È un sogno o realtà
La complessa struttura di Fomes fomentarius rappresenta un progetto architettonico per materiali ultraleggeri ad alte prestazioni. Conosciuto anche col nome di “fungo esca del fuoco” proprio perché in tempi arcaici era utilizzato per accendere una fiamma nell’oscurità. Oggi potrebbe sostituire la plastica, come altri materiali, risolvendo un problema che dire enorme è un’amplificazione, dato che ovviamente è biodegradabile.
Ovviamente il fine non è cominciare a predarlo ovunque dalle foreste, come si è sempre fatto. Piuttosto invece si deve riuscire a produrlo in serie per il mercato. Forse modificandone all’occorrenza il genoma per rafforzarne alcuni tratti. C’è della strada da percorre ancora a livello tecnologico, ma questo non è un sogno e può essere il nostro futuro. E come dice un noto cantautore Capossela: – “Attenti a volte i sogni si avverano”.