Questa la formula su cui puntare per attrarre il turismo in Irpinia
E’ ciò che pensano diversi professionisti del mondo del turismo e della ristorazione ed i dati di presenza turistica in Irpinia in queste ultime settimane con i vari appuntamenti enogastronomici.
Chilometro zero, prodotti Dop e Igp, ma anche la valorizzazione delle tradizioni. Da tramandare alle future generazioni sono Territorio ed Enogastronomia, affiancando tutela e promozione. In Irpinia lo si è avuto modo di sperimentare. Quando, col la massiccia presenza in occasione delle varie feste o sagre, che siano che hanno portato in Irpinia tantissimi enoturisti e food lover facendo registrare il tutto esaurito ovunque. La produzione enogastronomica irpina è da anni un elemento centrale. Per la promozione turistica della nostra provincia grazie alla professionalità dei singoli imprenditori che determinano un volano per tutta l’economia.
Gli attori dell’ territorio e dell’enogastronomia
Gli attori principali che siano chef o imprenditori agricoli molto coesi e ogni imprenditore cerca di migliorare nel suo campo. La Campania è tra le regioni che potrebbero registrare un aumento esponenziale dal punto di vista turistico puntando proprio sull’enogastronomia. I pubblici esercizi sono cresciuti di pari passo come il cibo e i vini, tanto che possiamo competere al meglio con le altre destinazioni. Se da un lato registriamo un aumento del turismo sia italiano sia straniero le associazioni di categoria stanno dialogando con tutti gli istituti alberghieri per delineare al meglio il periodo della formazione, in modo da poter contare su persone preparate che lavorano sul territorio. Per poter promuovere e valorizzare prodotti del territorio dobbiamo avere personale preparato e strutture che proteggano tutto ciò come i “consorzi di tutela”.
Pubblico e privato per territorio ed enogastronomia
Analizzando i driver forti, ci si è resi conto che il cibo è cultura e il turista, quando va in un’azienda non acquista un semplice prodotto, ma una parte del territorio. Di conseguenza dobbiamo far capire che dietro al nostro cibo c’è una cultura enorme, radicata e collegata alla nostra storia. Ed ecco perché bisogna prendere atto che gli agricoltori fanno didattica e diffondono cultura. Già nel momento in cui raccontano il loro lavoro e rappresentano la figura centrale nella lunga filiera. A partire dalla produzione e prosegue con trasformazione, distribuzione e ristorazione, fino al cliente finale. Iniziative quali Campagna Amica hanno sdoganato il concetto del cibo di prossimità. Tanto che ogni anno più di 15 milioni di cittadini acquistano nei lori mercati. Coldiretti ha iniziato da tempo percorsi virtuosi che hanno avvicinato moltissimi giovani agricoltori che oggi hanno un ruolo sia economico sia sociale.
Il fattore vino
Ciò che mette in evidenza il ruolo tra produttore e consumatore è il grande lavoro sui prodotti irpini, cambiando il paradigma secondo cui la qualità migliore sembrava fosse quella che arrivava da lontano. C’è anche da sottolineare che il carattere irpino non è ancora, del tutto, consapevole appieno delle proprie potenzialità, tra difficoltà a farsi conoscere, anche a causa dell’orografia che caratterizza la nostra regione. Oggi le motivazioni principali di una vacanza sono il cibo e il vino quali: prodotti vetrina del territorio. Il “fattore” vino è il fenomeno che avanza e che trascina con esso l’intero Territorio. Ce lo diciamo e lo raccontiamo da anni, ogni etichetta racconta un aspetto particolare del territorio e funge da attrattiva per far arrivare il turista. Il “Fiano di Avellino” insieme alle altre Docg traina tutta la produzione enologica irpina e già dalle scuole dobbiamo sempre più promuovere il nostro territorio partendo dal patrimonio enogastronomico.