Campania Sud/Ovest: Irpinia terra sana ma non bisogna abbassare la guardia
- “Legalità e sviluppo del territorio” di questo si è parlato lo scorso venerdì a Montoro in un convegno tenutosi presso la sala adiacente il convento di Santa Maria degli Angeli alla frazione Torchiati. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Campania Sud/Ovest con sede in Montoro, ad opera del suo presidente, Enzo Pecoraro, e dell’avvocato Rosaria Vietri, socio fondatore nonché promotore ed responsabile dell’evento. Ed è stata la stessa penalista Rosaria Vietri a moderare l’incontro che ha visto come relatori rispettivamente il colonnello Luigi Bramati, comandante provinciale della compagnia dei carabinieri di Avellino, e Domenico Capossella, presidente provinciale dell’associazione SOS Imprese, associazione che combatte il fenomeno del racket ed è iscritta, l’unica associazione, nel registro del ministero dell’Interno. Il colonnello Bramati ha illustrato la situazione criminalità organizzata sul territorio irpino e non solo, ha delineato i tratti della criminalità e l’impatto che essa ha sulla comunità in particolare gli effetti deleteri sulla crescita economica delle aree dove la criminalità ha più radici. La criminalità organizzata, come ha spiegato il colonnello Bramati guarda solo al profitto, il suo interesse è fare soldi e quindi si insinua dove può avere la maggior parte dei vantaggi, si insinua nella pubblica amministrazione, non dimentichiamo il caso di Quindici quando fu eletto sindaco un boss, detenuto in regime di 41 bis! Il convegno ha voluto illustrare gli effetti della criminalità su di una comunità, ma , ha, anche illustrato come i cittadini possono ribellarsi, trovando nelle forze dell’ordine un valido supporto ma anche una dura politica di prevenzione e repressione, non dimentichiamo gli ultimi arresti, almeno per quanto concerne il territorio di Montoro. Ma la speranza che si possa cambiare e che si possa sconfiggere il male l’ha data anche la relazione di Domenico Capossella, che ha spiegato come una sua sventura, ossia il racket aveva tentato di tirare nella rete anche lui, che però ha avuto il coraggio di denunciare, da allora il suo impegno che oggi ha il nome di “SOS Impresa”, a fianco di chi è vittima del racket. Durante il convegno c’è stata la testimonianza di Franco, vittima del racket, il “suo usuraio” così lo chiamava, a fronte di un prestito di 60 mila euro in quattro anni gli ha sottratto oltre un milione di € fino a portarlo a pensare a gesti estremi, fino alla deriva, dove per fortuna ha trovato l’associazione di Domenico Capossela che lo ha aiutato, con contributi economici che lo Stato riconosce alle vittime del racket e con sostegno umano e psicologico, perché spesso chi denuncia è isolato dalla società, per assurdo è il cattivo! Franco è la testimonianza di come l’unione fa la forza!
- r.vietri@rosaria