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Sfornati 9 neo Pizzaioli

Ben 9 ragazzi di Casa sulla Roccia hanno conseguito l’Attestato del Corso “Arti Bianche”, Presso la sede di Villa Dora serata di gala per la consegna degli attestati

PRATA P.U. – Villa Dora. Non sarà un caso che sono nove e mai più appropriato, come per questi ragazzi e ragazze è simbolico ma appropriato.  Infatti il numero 9 indica che avete vissuto e imparato; siete impegnati a vivere la vostra vita in modo significativo e consapevole e vi state ponendo obiettivi gratificanti. Ed è così che nella serata di ieri 30 giugno: Barletta Carmine, Carannante Giuseppe, D’Argenio Domenico, Esposito Margherita, Forgione Fioravanti, Parlo Mario, Petrigola Angela, Rinaldo Marco e Trotta Giuseppe oltre a distinguersi hanno dimostrato che se ci s’impegna e ci si crede tutto può accadere e da sogno diventa realtà. Perché Nove è simbolo di completezza e compimento.

Consapevoli del fatto che la loro vita è solo un piccolo tassello di un mosaico molto più grande, ma loro sono una parte fondamentale ed importante. “Ringrazio tutte le persone che hanno reso possibile questo corso. Perché per la prima volto ho portato a termine qualcosa, nella mia vita”. Commento di uno dei neo Maestri.

 

Il progetto

Trattasi di un corso formazione lavoro svolto per i ragazzi in comunità terapeutica, il cui titolo è: “Insieme per il Benessere”. Il corso di formazione arti bianche, nello specifico di pizzeria è stato finanziato da autostrade SpA. E sempre con la collaborazione e supporto dell’Associazione Cuochi Avellinesi (ACA) in particolare nelle persone del professore e Chef Luigi Vitiello nonché anche Presidente della Comunità che insieme ad altri associati e colleghi cuochi cercano di esser sempre pronti a dare una mano in queste occasioni o lo stesso prof di cucina lo chef Francesco Vitulano che ogni giorno e in comunità con i suoi ragazzi.

Mentre le lezioni sono state tenute dal Maestro pizzaiolo Salvatore Ferraioli. Come ha avuto modo di raccontare la responsabile del progetto Mary Faticato: – non è semplice e non scontato portare avanti un progetto come questo, non solo per i ragazzi che accettano il percorso ma, per l’intera Comunità. Siamo come un piccolo ingranaggio a cui se togli anche un piccolissimo pezzo può bloccarsi. Ma nel nostro caso nelle ore in cui questi ragazzi erano impegnati con il corso, il resto della Comunità si è accollati e svolto i loro compiti. Perché qui siamo una grande famiglia!”.

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