La manifestazione confederale CGIL CISL UIL di Napoli, per protestare contro le iniquità dell’impianto fiscale del Governo e per rivendicare le ragioni dell’integrità e del rafforzamento del ruolo di Agenzia delle Entrate Riscossione (AdE-R)
In piazza sabato 20 maggio. Come è già noto, qualche giorno fa il Segretario Generale della Cgil Landini, durante la trasmissione di Fabio Fazio su Rai3 nel dichiarare: – “Andremo a Napoli in piazza sabato 20 maggio per dire che non serve l’autonomia differenziata, al Sud servono infrastrutture e servizi sociali, non è il momento delle piccole patrie”. Occasione in cui non ha tra l’altro escluso, lo sciopero generale. Il messaggio del leader e chiaro ma vediamo sul territorio irpino cosa ne pensano gli iscritti e nel caso specifico il rappresentante sindacale della FISAC-CGIL irpina Riscossione, nella persona del sindacalista Roberto Picariello. Il quale è il rappresentante sindacale presso AdE-R.
“Visto il deprecabile atteggiamento del Governo ci rivolgeremo anche al Parlamento per dare voce ai diritti dei lavoratori inascoltati e messi in grave pericolo dalle norme contenute nella Legge di bilancio” – inizia nel rappresentare le motivazioni che hanno spinto alla mobilitazione di sabato 20 maggio a Napoli, Roberto Picariello replicando quando dichiarato dal leader. Picariello ci spiega inoltre, il ruolo essenziale che AdE-R. ha in materia di riscossione. La riscossione rappresenta l’anello terminale della filiera fiscale, quello sul quale si ripercuotono le criticità e le disfunzioni dell’intero sistema ed è stata oggetto di numerose riforme con l’obiettivo di renderla più efficiente, ma al tempo stesso anche più vicina alle esigenze dei contribuenti.
Le motivazioni dei lavoratori
Ecco perché scendere in piazza il 20 maggio a Napoli
Il rappresentante Picariello ci ha elencato le motivazioni di questa protesta. Ribadendo che trattasi di una manifestazione nazionale unitaria CGIL CISL UIL “PER UNA NUOVA STAGIONE DEL LAVORO E DEI DIRITTI” e dicono NO alla Legge di Bilancio 2023 che ha decretato la cessione del ramo d’azienda dell’ICT (i Lavoratori informatici) a Sogei (gestisce l’informatica della pubblica amministrazione), una modalità che va respinta perché determina iniquità a danno dei Lavoratori ICT coinvolti, desta enormi perplessità sulla conformità legale dell’intera operazione, costituisce un pericoloso precedente che potrebbe essere replicato su altri settori aziendali.
Si è arrivati a scendere in piazza a Napoli il 20 maggio perché non sono state prese in considerazioni altre forme di proteste come: il presidio del 3 maggio scorso davanti alla sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze, per citarne uno. Tale comportamento è inaccettabile! E come dargli torto.
Altro punto fondamentale per scendere in piazza ci dice il Rappresentante sindacale: è Contro la Delega Fiscale in discussione al Parlamento, con la quale si auspica il superamento del modello duale, con il passaggio di tutte o parte delle funzioni di AdE-R all’Agenzia delle Entrate. Siamo chiamati come dipendenti del settore ad alzare la voce e dire la nostra, e non solo a tutela dei legittimi interessi in quanto lavoratori, anche come cittadini che rivendicano uno Stato che recuperi davvero le risorse utili al proprio funzionamento attraverso un sistema fiscale equo, che elimini i privilegi oggi riservati ai redditi non da lavoro dipendente, e che assuma come centrale il tema della lotta all’evasione fiscale.
Ed ancora aggiunge: – “Se è provato che la farraginosità della macchina della riscossione sia riconducibile all’inadeguatezza delle norme procedurali, non idonee a perseguire l’interesse di un’efficace riscossione del credito dello Stato, e il disegno di Legge delega fiscale si pone infatti l’obiettivo di modificarle ed adeguarle all’attuale contesto, non è altresì dimostrato che l’attuale modello organizzativo sia oggettivamente la causa del mancato raggiungimento dei risultati.
L’Ente pubblico economico Agenzia delle entrate-Riscossione andrebbe invece messo in condizione di operare attraverso norme e strumenti idonei a svolgere in maniera più efficace la propria attività non di rado ostacolata o sospesa; solo a valle del realizzarsi di questa condizione sarebbe comprensibile la necessità di valutarne l’efficacia operativa. Non condividiamo l’ipotesi di ulteriori riforme organizzative tese a superare AdER perché, lo ripetiamo, il problema della riscossione non è la struttura organizzativa”.
Il quadro è abbastanza complesso ma sicuramente più chiare le ragioni che muovono la protesta e si conclude con l’ultima battuta di Picariello nonché corale dei colleghi: – “Non ci fermeremo e metteremo in campo tutti gli strumenti a disposizione arrivando, se sarà necessario, allo sciopero dei lavoratori. Devono essere trovate le giuste soluzioni a questa gravissima situazione”.