Inaugurate le ultime tre da pochi giorni nel Comune di Montoro, le “casette dell’acqua” rappresentano un’indicazione su come possiamo affrontare temi cruciali per il futuro come la riduzione dei consumi di materiali in PET (polietilene tereftalato) più comunemente detto plastica alimentare.
Le bottiglie di plastica sono state immesse ufficialmente sul mercato nel 1973, quando fu brevettata la prima mai creata, diventata rapidamente il simbolo del consumo di massa. In meno di cinquant’anni, grazie ai bassissimi costi di produzione, è diventata una grossa fetta di economia mondiale.
Sfortunatamente i sistemi per riutilizzarla e riciclarla non sembrano riuscire a mantenere il giusto passo e gli oceani pieni di rifiuti sono una delle conseguenze peggiori di questa situazione.
L’Italia è il secondo consumatore di plastica in Europa: nel 2020 sono state consumate 5,9 milioni di tonnellate, corrispondenti a quasi 100 kg a persona in un anno. Secondo ECCO, un laboratorio di studio sul cambiamento climatico, la riduzione dei consumi di plastica è uno dei tre obiettivi pilastro fondamentali per ridurre l’impatto che questi hanno sulla situazione climatica della Terra. (www.eccoclimate.org/it/la-plastica-in-italia)
Sciogliamo ancora qualche dubbio: parliamo di distributori di acqua potabile a cui è possibile rifornirsi a qualsiasi ora. L’acqua distribuita viene sottoposta a controllo ogni mese per certificare l’assenza di batteri o sostanze estranee e per rientrare nello standard internazionale in materia di sicurezza ambientale. A tutto ciò va aggiunta convenienza in termini di risparmio economico evitando l’acquisto di acqua in plastica, sostituibile con il vetro che conserva meglio e più a lungo.
Non resta che armarsi di buona volontà e compiere questo ulteriore passo verso scelte di vita più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, se non altro per provare a immaginare un domani meno incerto di quanto non lo sia il nostro oggi.