Sbirciando sui social mi sono imbattuta in una nuova promessa del panorama pop-indie ed ho scoperto di essere la prima ad intervistarlo (ragazzi che responsabilità!).
Federico in Arte <<Capricci>> nasce nel 1997 a Narni in Umbria e vive a Terni. Nella vita studia ingegneria industriale, già laureato alla triennale, e intanto coltiva la sua passione per la musica.
Quando sei arrivato alla musica?
<<La musica mi ha sempre attratto… a casa avevo la Chitarra di mia madre da quando ero piccolo, durante le scuole superiori ho deciso di approcciarmi a questo strumento ed ho studiato gli accordi su YouTube, in seguito ho preso circa sei lezioni>>
Mi racconta che ha iniziato con le Cover poiché lo ha sempre attratto l’arrangiamento individuale che ogni artista dona in base alla sua visuale. Dopo di che, avendo raccontato le storie degli altri sente il bisogno di raccontare le sue esperienze.
Tu scrivi, com’è stato l’approccio alla scrittura e da dove è nata l’ispirazione?
<<Quando una persona si approccia ad uno strumento cambia la visione che aveva da ascoltatore… ho iniziato ad apprezzare i cantautori. È stata una grande sfida, non immediata, e piano piano sono arrivato a capire il mio linguaggio ed il mio modo di esprimermi>>
Qual è la tua identità ad oggi?
<<Ad oggi non lo so, perché sono all’inizio… penso che vari comunque negli anni in base alle esperienze. Per ora scrivo le esperienze che vivo?>>
Qual è il tuo stile?
<<Forse, nella costruzione dell’immagine sono indie
ma mi ritengo più Pop>>
Tu, quindi, nei tuoi testi costruisci un’immagine?
<<Quando scrivo di una finestra, ad esempio, ogni persona ne immagina una diversa… questo è interessante perché ogni uno mette dentro il proprio vissuto e le proprie emozioni e ciò crea una connessione>>
Quanto è importante essere veri nella scrittura?
<<La scrittura se non è vera non riesce.
Non posso essere triste e scrivere un testo e una canzone felice>>
Potresti un giorno cadere in un’accezione commerciale dell’arte o resterà genuina?
<<Adesso sicuramente si tratta di arte pura perché è spontaneo ed è uno sfogo di quello che sto vivendo
adesso… poi però essere POP vuol dire arrivare anche a più persone per cui non si può dire ad oggi>>
Ti senti responsabile rispetto al pubblico?
<<No perché una canzone deve piacere a me e quando è finita so di aver parlato di cose che mi sono successe e quello che ho provato…non si può piacere a tutti e non si può fare una cosa pensando a chi deve piacere…bisogna essere fedeli a se stessi>>
MENTRE CADIAMO
<<È nata in modo strano, ero in macchina, come spesso capita, e stavo levando degli scontrini. In quel momento ho scritto la prima strofa sulle note del telefono… poi un giorno sono andato a correre e mi è venuto in mente il tema e il ritornello che poteva avere… poi una volta finita l’ho ascoltata e pensavo “Okay questa è la canzone giusta con cui iniziare a pubblicare>>
C’è una parte del testo a cui sei legato?
<<In realtà ogni parte del testo ha dei ricordi legati tra loro in un susseguirsi… ma forse l’immagine delle mani poiché rappresenta un periodo di limbo per me e mi trovavo in situazioni non “mie”… per ricordare che se le cose non vanno non finisce il mondo>>
Ci saranno altri inediti?
<<Si, si le prossime canzoni ad Aprile>>
Capricci, da dove nasce?
<<Dovevo pubblicare per cui ho decido di adottare quel nome… un giorno ero in macchina e stavo rincasando, una persona che era seduta al mio fianco mi ha chiesto “Come ti chiamerai” e io dal nulla ho detto Capricci… il nome iniziale era diverso>>
Il nostro artista POP vive in macchina, mi viene un sorriso allora gli chiedo come mai
<<Perché mentre guidi non ti concentri su un pensiero fisso, le idee vanno da sole, hanno meno freni>>
Lavori da solo?
<<Inizialmente ho avuto una mano con l’arrangiamento perché andavo a lezione di chitarra e l’insegnante mi faceva ascoltare le canzoni che scriveva al che un giorno gli ho detto “Senti questa che ho scritto io?” e lui mi ha detto “Okay lasciamo perdere la chitarra e concentriamoci sull’arrangiamento e la composizione”>>
Nasce prima il testo o la base?
<<Di solito nasce prima il testo e poi ci costruisco sopra con la chitarra>>
La musica per te è un bisogno di comunicazione?
<<Si… non mi ritengo un musicista la musica è un mood,
un momento che vivo>>
Che cos’è per te l’aura intorno alla creazione?
<<è la realtà vista in modo diverso… in base a ciò che stiamo attraverso… ciò che stiamo provando riflesso sulle cose che ci circondano>>
Le canzoni quindi possono essere scollegate tra loro in un album ?
<<Si perché se rispecchia un’esperienza è normale che siano diverse anche in un album se vengono da momenti sinceri… alle volte non serve il concept>>
L’ho trovato effettivamente interessante, avere un tema implica un seguire una scaletta e probabilmente potrebbe essere meno naturale mentre delle canzoni disconnesse riprendono momenti diversi di vissuto.
La connessione può nascere anche in questo mosaico disconnesso?
<<secondo me funziona… io attraverso delle cose e se riesco a raccontarle in un certo modo, altre persone mettono insieme ascoltando le loro, e lì nasce la connessione>>
Farai un album?
<<Per adesso è più ragionevole far uscire un singolo alla volta in modo da dare il giusto tempo ad ogni canzone senza mettere ombra su un’altra…>>
Siamo verso la fine degli album e l’inizio di singole canzoni?
<<Credo che gli album si faranno sempre…però dare il giusto vestito alle canzoni secondo me è importante ma la storia ha un suo peso ecco perché è dura che il singolo vinca sull’album>>
È meglio fare un album che rimarrà nella storia o di più?
<<Uno perché se arriva vuol dire che sei riuscito a comunicare>>
Spoiler sulle prossime canzoni?
<<si… è tutt’altro genere, una sorta di ninna nanna nata in periodo di poca tranquillità. Mi spaventa perché è molto più intima e poco commerciale>>
Ti spaventa di più la dimensione intima con il pubblico o l’idea che il pubblico non riesca a capire ciò che stai dicendo?
<<Forse la dimensione intima, perché ci sono cose che non sfogavo e le ho messe lì… però tutti passiamo momenti peggiori di altri per cui magari siccome questa canzone ha aiutato me spero che possa aiutare chi ha passato lo stesso>>
Nel tuo singolo tu dici una cosa molto attuale e vera “Quando mi chiedi cosa siamo, mi sembra già farti del male”, me la spieghi?
<<è stato un po’ il mantra di quel periodo di limbo… quando ti viene fatta questa domanda e non sei propenso ad andare oltre ti rendi conto già di star facendo del male all’altra persona…non succede volutamente…è giusto capire>>
Che cos’è l’amore per un artista come te, molto riflessivo?
<<Può dare equilibrio… io mi sento su una barca che oscilla, l’amore potrebbe essere
un’ancora a volte, non ferma la barca completamente ma bilancia>>
…
<<Quando sei più piccolo esci con persone che non sono fatte per te ma è giusto perché così capirai chi sei e quando sarai più grande e starai conoscendo qualcuno ti rendi più lucidamente conto di cosa vuoi..>>
Non si rischia di andare nell’artificiale, ad esempio come scegliere un paio di scarpe?
<<No, secondo me è troppo soggettiva dipende da tante cose che si vivono… è complessa, ad una certa età far entrare una persona nella prorpia routine non è scontato e non va in secondo piano… per cui forse devi più provare qualche paio di scarpe prima di scegliere di quale prendersene cura…>>
Torno alla tua canzone, “cadiamo”, l’immagine è quella di due persone che si stanno dividendo, ma tu hai riportato un verbo al plurale, come mai?
<<Si perché non affonda solo la persona che ha il rifiuto ma anche chi sta di fronte perché acuisce consapevolezza che ciò in cui ha creduto era vano>>
Tu studi ingegneria, qual è stato il ponte che ti ha portato sulla soglia della musica?
<<Credo sia semplice, un ingegnere deve essere per forza creativo, il percorso formativo
in generale è molto sottovalutato ti porta a fare i ragionamenti in modo diverso
che ti faranno agire diversamente…già qui c’è una creatività perché si allarga la visuale>>
C’è un po’in tutti un ritorno artistico?
<<Secondo me in un certo senso e modo tutti siamo
artisti… tutti abbiamo
gusti e vissuti unici e vediamo il mondo in un modo
non replicabile e già qui per me siamo già tutti artisti>>
È importante raggiungere tante persone o poche?
<<La verità sta nel mezzo… però è importante che le altre persone diano un altro vestito al brano>>
Che programmi hai per il futuro?
<<Speriamo più live e più inediti in uscita! E cercare di creare un equilibrio tra l’università e la musica>>
Sarai per sempre un ingegnere?
<<Io credo che se lo sono diventato ci sono nato… quando nasciamo abbiamo infinite possibilità ma se ho scelto questo vuol dire che sono nato per quella strada e lo sarò per sempre…>>
E la musica?
<<La vedo uguale, con lo stesso peso…>>
Se dovessi lasciare un input ai lettori?
“Sbagliare è importante…”
-Capricci
Spotify: https://open.spotify.com/artist/38qx3BizbwDpbXcbEO3ZDJ?si=hpbp_M_dQwq74wL79VICgg
Instagram: https://instagram.com/capricci____?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Mentre Cadiamo:
Gli scontrini accartocciati sparsi tra i sedili
Le briciole buttate sopra i tappetini
È quello che rimane quando te ne vai
E mi faccio strada tra tutti i miei guai
La radio che passa solo vecchie canzoni
Le finestre chiuse dietro ai lampioni
E io che non capisco se mi scioglierai
Da queste parti il freddo è dei ghiacciai
Ma quando mi chiedi noi due cosa siamo
Mi sembra già di farti del male
Non ho le risposte nella mia mano
Eppure la stringi mentre cadiamo giù
Siamo finiti sul pavimento
Tra le chitarre di tuo padre
Con le luci in movimento
Per tutto quanto il bilocale
Te che mi stringi mentre aspetto
Che finisca il temporale
Sembra l’inizio di un concerto
E noi balliamo già il finale
Le parole appoggiate sopra le ringhiere
I piedi a penzoloni tutte quelle sere
Come se il giorno non finisse mai
Tra pezzi di cuore una partita a Shangai
Ma quando mi chiedi noi due cosa siamo
Mi sembra già di farti del male
Non ho le risposte nella mia mano
Eppure la stringi mentre cadiamo giù
Siamo finiti sul pavimento
Tra le chitarre di tuo padre
Con le luci in movimento
Per tutto quanto il bilocale
Te che mi stringi mentre aspetto
Che finisca il temporale
Sembra l’inizio di un concerto
E noi balliamo già il finale
Siamo finiti sul pavimento
Tra le chitarre di tuo padre
Sembra l’inizio di un concerto
E noi balliamo già il finale