Viviamo in piccoli frazioni che insieme formano una città: Montoro, una entità di 20.000 abitanti. Altro che città! Servizi da borghi. Solo questione di numeri a quanto pare! Si presuppone che in città si viva meglio perché tutto è rapportato al numero di abitanti. Alla base dello spessore di una città dovrebbe esserci l’accesso a una vasta gamma di servizi; al contrario invece assistiamo quotidianamente a una vasta gamma di disservizi. Alcuni di primaria importanza per il benessere di un cittadino. Giusto per ricordarne qualcuno: al distretto sanitario Walter Tobagi manca personale medico e amministrativo i bambini da vaccinare vengono rimandati più volte. Per le prestazioni mediche ci vogliono mesi di attesa nella speranza che non ci sia disdetta dopo aver pagato il ticket altrimenti bisogna attendere la prossima data disponibile. Per il cambio del medico ci sono file interminabili nella speranza che non si raggiunga l’ora di chiusura altrimenti si viene rimandati al giorno successivo, se va bene. Uffici postali: quattro sportelli, un impiegato e mezzo! Terminali spesso inceppati e chiusure come da attività private. Cura del verde e pulizia delle strade: sono la carta d’identità di una città! Purtroppo la nostra è mal ridotta per strazio e non per cura. Controlli zero. Cantieri: cantieri diventati musei i musei diventati cantieri. Villa comunale di Piano: chiusa da mesi! Dovete stare a casa e i bambini fateli socializzare e giocare nelle ville virtuali. Lavori pubblici: se la durata di un lavoro fosse quanto quella dell’avvio avremmo vinto la coppa di cemento. Ultima novità: la banca Intesa San Paolo chiude i battenti lasciando molti correntisti montoresi a riferirsi in filiali fuori dalla città di Montoro ( vostro articolo presente su www.inveritas.news). Bene, che dire! Non ci resta che piangere! Buona domenica!
A.C.