Il CD-ROM, acronimo di Compact Disc Read-Only Memory, uno dei supporti di memorizzazione dati più importanti della storia, è nato ufficialmente 40 anni fa, nel 1982, grazie alla collaborazione tra Philips e Sony. Ma la progettazione del Compact Disc nella sua configurazione definitiva risale al 1979, quando le due aziende avevano deciso di lavorare insieme per creare un nuovo supporto di memorizzazione che potesse contenere più dati e garantire una maggiore affidabilità rispetto ai supporti magnetici tradizionali. Il risultato fu il CD, un disco di plastica di 12 cm di diametro su cui veniva incisa una serie di fossette a forma di spirale, che rappresentavano i dati. La tecnologia utilizzata per leggere i dati sul disco era quella del laser, che attraverso una lente riusciva a “leggere” le fossette e trasformarle in informazioni digitali. Il CD fu subito un grande successo, sia come supporto per la musica che per i dati. Nel 1983, la CBS fu la prima società ad utilizzare il CD-ROM come supporto per le informazioni commerciali, creando una base dati su disco chiamata “CBS Data Disc”. Questa iniziativa contribuì a fare del CD-ROM uno strumento fondamentale per la diffusione dei dati e delle informazioni multimediali, soprattutto nell’ambito dell’informazione commerciale. Nel corso degli anni, il CD-ROM è stato utilizzato in molti altri campi, come quello dell’informatica, dell’educazione, dell’intrattenimento e della cultura. La sua capacità di archiviare grandi quantità di dati ha permesso di sviluppare programmi, giochi, enciclopedie e altri contenuti multimediali che hanno cambiato il modo in cui le persone accedono alle informazioni. Pensate che nel 1990 l’intero settore dei Cd supera i 33 giri e nel 2007, quando già l’mp3 è una realtà da diversi anni, si contano 200 miliardi di compact disc venduti nel mondo. Negli ultimi anni, il CD-ROM ha subito una graduale obsolescenza a causa dell’avvento di nuove tecnologie di memorizzazione dati come lo sharing, i servizi di streaming e le chiavette USB. Lo sharing è diventato un modo molto popolare per scambiare e condividere file musicali e video, eliminando la necessità di acquistare supporti fisici. Napster, il primo programma di sharing musicale peer-to-peer, lanciato nel 1999, ha rivoluzionato l’industria musicale e ha contribuito alla diffusione di questo fenomeno. Inoltre, con l’avvento delle chiavette USB, che hanno una capacità di archiviazione sempre maggiore e sono sempre più economiche, molti utenti preferiscono salvare i propri dati su questi dispositivi piuttosto che su un CD-ROM fisico. Infine, i servizi di streaming, come Spotify, Netflix e Amazon Prime, hanno trasformato il modo in cui le persone accedono alla musica, ai film e alle serie TV. Questi servizi offrono una vasta gamma di contenuti a un costo mensile fisso, senza la necessità di acquistare un CD-ROM o un DVD. In sintesi, l’avvento di nuove tecnologie di memorizzazione dati come lo sharing, le chiavette USB e i servizi di streaming hanno contribuito alla fine del CD-ROM. Tuttavia, il CD-ROM rimane un’importante pietra miliare nella storia della tecnologia dei supporti di memorizzazione dati e ha rappresentato una rivoluzione nel modo in cui le persone accedono alle informazioni e ai contenuti multimediali. In sintesi, il CD-ROM ha rappresentato un’importante pietra miliare nella storia della tecnologia dei supporti di memorizzazione dati. Il suo sviluppo ha permesso di archiviare grandi quantità di informazioni in modo affidabile e relativamente economico, cambiando per sempre il modo in cui le persone accedono alle informazioni. Anche se oggi il CD-ROM viene utilizzato meno frequentemente rispetto al passato, la sua importanza storica e culturale rimane fondamentale.