E domani la rete delle associazioni protesterà contro il Piano davanti palazzo Santa Lucia
In Campania a ridurre le spiagge libere non è solo l’erosione ma anche le tante altre criticità sulla linea di costa: scarichi fognari civili e industriali, ritardi nella depurazione, mancate bonifiche, turismo sempre più impattante, abusivismo edilizio. Ecco perché, in questo scenario, il PUAD (Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime) deve garantire un quadro di regole utili alla riqualificazione delle aree costiere, alla loro accessibilità e fruizione per tutti. E invece il Piano proposto dalla Giunta Regionale mira a mantenere intatto, se non ad aggravare, lo stato attuale di super sfruttamento della linea di costa, sia essa sabbiosa o rocciosa. In una nota Legambiente Campania rispedisce al mittente il Puad proposto dalla Giunta Regionale. “Il PUAD che occorre alla Campania – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – deve promuovere e valorizzare progetti ambiziosi di innovazione ambientale, economica e sociale che con la riqualificazione delle aree costiere, garantiscano il rilancio del settore turistico in un’ottica di sostenibilità e di fruizione per tutti. Per queste ragioni domani mattina ci ritroveremo sotto Palazzo Santa Lucia insieme alla rete di associazioni che si sono attivate in questi giorni per chiedere al Presidente De Luca e agli assessori Discepolo e Casucci, alla Giunta e al Consiglio Regionale di fare un passo indietro per farne tanti in avanti, candidando la Campania ad essere la Regione capofila in Italia nell’idea di gestione e valorizzazione sostenibile della costa.”
Il Piano previsto dalla Regione stabilisce – commenta Legambiente Campania nella nota – una percentuale di spiagge libere tra le più basse registrate in Italia, appena il 30%, e riduce la battigia dai 5 attuali a 3 metri per sottrarre altro spazio alla fruizione libera. Fatto ancor più grave è che il PUAD, a differenza di quanto opportunamente è avvenuto in altre regioni, è stato redatto senza la necessaria procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) prevista dalla Comunità Europea per tutti i piani e programmi che interagiscono con l’ambiente, assenza che ne inficia la stessa legittimità. Risulta evidente che il Piano, peraltro privo di una attenta disamina delle concessioni in essere e delle loro modalità di gestione, non si pone né l’obiettivo di tutela del paesaggio e dell’ambiente, né tantomeno quello del rispetto del diritto alla balneazione dei cittadini. Infatti, ai fini della scelta del concessionario, i meccanismi premiali previsti addirittura incentivano la cementificazione, le recinzioni fisse, l’installazione di manufatti non amovibili per le funzioni turistiche accessorie alla balneazione, invece di promuovere proposte che migliorino l’accessibilità e la fruibilità dell’area demaniale, l’uso di attrezzature non fisse e completamente amovibili, idonee misure di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.”