CampaniaSalerno e provincia

Sanità: cittadini lasciati soli

Il caso San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona

Le carenze della sanità campana sono ormai del tutto evidenti in ogni ospedale così come nella medicina di base. L’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno non fa eccezioni. Emblematico il caso dell’emergenza dei pronto soccorso. Come evidenziato più volte dalle rappresentanze sindacali di settore, al pronto soccorso di via San Leonardo, che arriva a segnare anche duecento accessi giornalieri, i pazienti sostano anche per diversi giorni. Questo perché come è noto mancano i posti letto nei vari reparti. Pertanto gli stessi ammalati, soli, restano parcheggiati nel pronto soccorso che ovviamente si intasa. Come se non bastasse l’organico di medici ed infermieri è ampiamente sotto, cosa che succede in tutti i nosocomi campani, purtroppo. Per restare all’esempio del nosocomio di Salerno, i medici da trenta sono otto. Per far fronte alla carenza di camici bianchi si attinge ai reparti. “Gli infermieri sono ottanta – spiegano le rappresentanze sindacali – di cui setto sono in maternità, sette usufruiscono della 104 e sedici ad oggi sono in congedo”. Gli operatori socio-sanitari sono altrettanto sotto organico. Secondo quanto spiega anche il Tribunale del Malato, negli anni a Salerno sono andati in fumo trecento posti letto. Come detto da tempo si invoca anche la necessità di coprire i vuoti in organico negli ospedali come nella medicina di base. Anche nei distretti infatti c’è grande carenza. Questo significa privare i cittadini dell’ assistenza minima. Poi ci si lamenta che si intasano i pronto soccorso e i vari reparti degli ospedali. Ormai da anni assistiamo ala chiusura e accorpamenti di interi reparti, senza parlare di interi nosocomi in tutta la Campania. Come sottolinea il Tribunale del Malato nell’ultima nota: “la medicina territoriale deve essere resa efficiente ed efficace al più presto assumendo medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, assistenti sociali, psicologi e sociologi; riconvertendo le attività dei poliambulatori secondo la medicina di iniziativa e di prossimità, dotandoli di una piastra radiologica e laboratoristica h24, garantendo l’accessibilità e il raggiungimento con mezzi pubblici, attivando l’assistenza domiciliare ai non autosufficienti tramite gli infermieri di famiglia e le équipe territoriali multidisciplinari». E questo vale per Salerno come per il resto della Regione Campania!

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