Erano i tempi in cui le telefonate tra amici duravano ore, e i genitori sbraitavano perché le linee erano sempre occupate. Oggi, con l’esplosione di smartphone, WhatsApp, Messenger e mille altri modi per comunicare, la Generazione Z sembra aver preso le distanze dalle chiamate vocali, preferendo di gran lunga la comodità dei messaggi.
Un sondaggio del Times di Londra su giovani tra i 18 e i 34 anni lo conferma: un 25% degli intervistati non risponde nemmeno alle chiamate, che siano di amici, familiari o addirittura genitori. Il motivo? La paura di ricevere brutte notizie. Un’ansia che spinge molti giovani a rifugiarsi dietro la protezione dei messaggi, dove è possibile ponderare le parole e le risposte con più calma.
L’impostazione “non disturbare” diventa così un rifugio sicuro, un modo per evitare il contatto diretto e immediato della voce. Non stupisce quindi che uno su quattro tra i 18 e i 34 anni preferisca messaggiare su piattaforme come TikTok, dove la comunicazione è più filtrata e asincrona.
“Chiamate indesiderate e inaspettate”: è così che la Gen Z definisce le telefonate, un’intrusione fastidiosa nella loro vita digitale. E la tecnologia, in questo caso, offre loro la possibilità di evitarle. Sms, WhatsApp, Messenger, Instagram e Tik Tok: le alternative per comunicare via testo sono infinite, e per i nativi digitali, abituati a digitare compulsivamente, la parola sembra aver preso il sopravvento sulla voce.
C’è però anche un rovescio della medaglia. La dipendenza da smartphone è un problema reale, e in molti hanno lanciato iniziative per disintossicarsi almeno per un po’ dal digitale. Scuole, ristoranti e locali propongono ai loro utenti di abbandonare il telefono per qualche ora, per riscoprire il piacere della comunicazione faccia a faccia.
Sarà sufficiente a invertire la tendenza? Forse no. Ma è un segnale importante che la Generazione Z è alla ricerca di nuovi modi per comunicare, più adatti al loro frenetico mondo digitale.