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Innovazione, sostenibilità e gusto con le “Pizze” di Bove

Qualche giorno fa si è celebrata la “Giornata mondiale della felicità” è sicuramente ‘O cardillo è tra i cibi che ci rendono molto felici, almeno per me e non solo per me è stato così. Padrone di casa del Giuseppe Bove della pizzeria Il Segreto di pulcinella a Montesarchio. Ovviamente la proposta pizze è ampia. Infatti, se ho eletto la pizza a cibo della felicità di certo il vino cammina di fianco, o no? Non possiamo che costatare anche a “il Segreto di Pulcinella” che, la pizzeria del futuro dovrà necessariamente assomigliare sempre di più ad un ristorante specializzato e proporre una carta dei vini in grado di soddisfare una clientela sempre più esigente. E la proposta di Bove ci ha convinto. E devo dire, Giuseppe nella sua pizzeria, ovvio, blocca un eterno dilemma per noi avventori. Quale? napoletana o romana? E se fosse… alla Bove?

Bove e il Segreto di Pulcinella

Mai nome fu più azzeccato nel significato idiomatico dello stesso, data la notorietà della pizzeria e del suo condottiero. Se non lo è questo un “segreto di pulcinella” che da piccola pizzeria oggi ospita 130 posti a sedere che accoglie i clienti con un interessante bar ed anche le etichette hanno un ragionamento alla base, nulla è per caso! Infatti, in meno di un anno ha raggiunto un successo, frutto dell’assiduo lavoro e bravura di Giuseppe. Inoltre è tangibile la filosofia di sostenibilità a 360° e soprattutto il legame delle pizze al territorio. Un imprinting che rendono le sue pizze uniche ed inimitabili e non da ultimo le tecniche d’arte, ben affinate, dalla cucina passando per la pasticceria e soprattutto la sua innata passione alla sperimentazione, lo dimostrano gli impasti ed i vari prodotti ricercati certosinamente (ve ne riporto in alcune pizze), spiegano il suo meritato successo.

‘O cardil

Proposta pizza&vino

Mi accingo a questa degustazione-pizza con un aperol sprizt ben eseguito, il che non è scontato. Ed ecco che si aprono le danze con: Crystal Blue:  Montanarina in doppia cottura (fritta e ripassata al forno), crema di cicoria, stracciata di pezzata rossa, gambero Crystal Blu della Nuova Caledonia, zest di limone, colatura di alici servita in pipetta, basilico, olio evo Seleca. Che ha sposato in modo sublime il calice diMata Rosè Spumante metodo classico brut – Villa Matilde Avallone. A seguire, a mio personale giudizio, la regina – ‘O cardil” –: Ancora una montanara in doppia cottura (fritta e ripassata al forno) con impasto ai 7 semi, crema di verdure selvatiche, salsiccia di corata, stracciata di pezzata rossa, basilico e olio evo (Terre di Molinara).

In abbinamento Ciro 906 Fiano di Avellino Docg 2020 – Ciro Picariello, che ha sposato anche la pizza a seguire; Padellino Porcaloca: (impasto con farina di tipo 1, in tripla lievitazione e in doppia cottura). Paté di melanzane cotte alla brace, porchetta d’anatra, scamorza affumicata di Agerola, servito con colatura di provola e gel di basilico. E non poteva mancare un pezzo di storia mah! Margherita: Pomodoro biologico, fior di latte di pezzata rossa, basilico, olio evo. In Abbinamento, Donnalaura Falanghina del Sannio Dop Taburno 2022 – Masseria Frattasi. Vino abbinato anche a La mia Maddaloni.

Margherita

Mentre Grecomusc’ Campania bianco Igp 2018 – Cantine Lonardo ha accompagnato Omaggio a Montesarchio e una 4 formaggi che non è una 4 formaggi ma: Pezzata Cheese il nome fa capire che protagonista la pezzata,una pizza libidinosa. Ed in fine per me, ma si può continuare anche, la pizza dessert ma non stucchevole la Montanara Contaminarsi in abbinamento con un vino abbastanza raro per l’esigua produzione Eleusi Falanghina Roccamonfina passito IGP 2011 – Villa Matilde Avallone.

La storia di Giuseppe Bove

Giuseppe Bove (classe ’87), inizia sin da giovanissimo a seguire le orme del padre, cuoco del ristorante Le Colonne di Caserta. Frequenta l’istituto alberghiero Le Streghe di Benevento e dopo diverse esperienze presso hotel e ristoranti rinomati approda alla pasticceria Lombardi dove inizia a occuparsi di cucina per banchettistica. La vicinanza delle cucine, in cui si preparano le basi per i servizi di catering, alle aule della scuola di formazione Dolce & Salato offre a Giuseppe l’opportunità di affiancare tanti chef di livello a cui “ruba” preziosi insegnamenti.

Bove si avvicina a 24 anni al mondo della pizza per necessità, dopo una breve e infelice esperienza imprenditoriale come ristoratore. Per puro caso nel raggiungere a Montesarchio la fidanzata, attuale moglie, vede un locale sfitto e decide di aprire la prima pizzeria. Bove inizia da autodidatta ma non smette mai di studiare, sperimentare e migliorare. A rendere speciali le sue pizze è certamente anche il grande lavoro di ricerca e selezione degli ingredienti a cui si aggiunge la conoscenza delle tecniche di cucina.

Come ho detto quella sera, ne vale sicuramente il viaggio!

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