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Reparto di Chirurgia vascolare chiuso all’ospedale di Vallo della Lucania. L’ira dei sindacalisti del Nursind Salerno. Il segretario generale Biagio Tomasco: “Cronaca di un declino annunciato. Assistenza sanitaria a rischio in tutto il comprensorio”

All’ospedale di Vallo della Lucania, un’ombra si allunga sulla salute dei cittadini del Cilento e del Vallo di Diano. La recente chiusura del reparto di Chirurgia vascolare presso l’ospedale San Luca, infatti, sembra essere la conclusione inevitabile di un declino annunciato, che ha gettato un’ombra lunga sulla sanità vallese.
Paragonabile a una novella di Gabriel Garcia Marquez, i sintomi di questa crisi erano evidenti fin dall’inizio, ma molti hanno preferito voltarsi dall’altra parte, ignorando la lenta e inesorabile decadenza dell’ospedale. Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno, ha denunciato ripetutamente il depotenziamento graduale del presidio ospedaliero, mettendo in guardia sulla possibile chiusura di reparti cruciali.
La notizia della chiusura del reparto di Chirurgia vascolare, un settore vitale per la gestione dei casi più complessi, ha scosso la comunità di Vallo della Lucania e di tutto il comprensorio. Il reparto di Chirurgia vascolare, fondamentale per il corretto funzionamento dell’ospedale, è stato a lungo considerato un’eccellenza del territorio. Tuttavia, le risorse umane sono diminuite a tal punto da mettere in pericolo il suo stesso mantenimento.
Il San Luca di Vallo della Lucania, incluso nel Piano ospedaliero regionale come Centro traumatologico zonale, svolge un ruolo cruciale nell’accogliere pazienti politraumatizzati. La sua posizione geografica, lontana dai centri urbani di Salerno e Napoli, rende difficile il trasporto di pazienti senza l’eliambulanza. La chiusura di reparti chiave, come Neurochirurgia e Chirurgia Vascolare, solleva domande fondamentali sulla sicurezza e l’accessibilità alle cure in emergenza urgenza per i cittadini del Cilento e del Vallo di Diano.
In una nota inviata al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al prefetto di Salerno, Francesco Esposito, e ai vertici di varie istituzioni, tra cui Asl, Ordine dei Medici e Ordine delle Professioni infermieristiche di Salerno, il Nursind Salerno ha chiesto urgentemente un tavolo di confronto. “Chiediamo chiarezza sul futuro del presidio e un impegno concreto per fermare la perdita di personale medico, una risorsa vitale per la comunità”, ha detto Tomasco.
La richiesta del Nursind Salerno coinvolge tutti gli attori interessati, dalle istituzioni alle organizzazioni sindacali, alle associazioni di cittadini come Codacons Cilento e Cittadinanza Attiva. “La domanda fondamentale resta: a chi giova questa situazione? Una risposta che, al momento, sembra ancora sfuggire alle mani di coloro che hanno il potere di decidere il destino della sanità in provincia di Salerno. “I sintomi di questo triste epilogo erano chiari fin dall’inizio, ma molti hanno preferito chiudere gli occhi. Solo un ottimista o un cinico avrebbe potuto credere che in queste condizioni si sarebbe potuta preservare un’eccellenza vitale come la Chirurgia vascolare – ha continuato il segretario generale del Nursind Salerno -. Chiediamo chiarezza sulle intenzioni per frenare questa emorragia di personale medico. È un diritto dei cittadini sapere cosa accadrà al San Luca di Vallo della Lucania. Invito il prefetto di Salerno a convocare un tavolo di confronto, riunendo tutte le parti interessate, dalle istituzioni alle organizzazioni sindacali, fino alle associazioni di cittadini”. Infine, la domanda provocatoria di Tomasco, “Cui prodest?”, rimane sospesa nell’aria, un richiamo a riflettere sulle responsabilità di coloro che hanno contribuito al declino del San Luca di Vallo della Lucania.

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