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Il fenomeno delle “challenge”: Un’analisi approfondita di una tendenza non sempre innocua  in rete

Le sfide virali su Internet, conosciute come “challenge”, hanno acquisito una notevole popolarità negli ultimi anni. Si tratta di fenomeni in cui le persone si sfidano reciprocamente a compiere un’azione specifica e spesso stravagante, registrando il tutto e condividendolo sui social media. Queste sfide possono essere divertenti e anche creative ma spesso sono  pericolose e indipendentemente dalla natura, hanno dimostrato di avere un impatto significativo sulla cultura digitale. In questo articolo, esploreremo questo“fenomeno” analizzando le sue origini, la sua evoluzione nel tempo e gli effetti che ha avuto sulla società.

Origini delle “challenge”:

Le “challenge” su Internet non sono un concetto nuovo. Già negli anni 2000, quando i blog e i forum erano i principali luoghi di interazione online, erano presenti le prime forme di sfide, come “100 Days of Happiness”o “30-Day Drawing “. Tuttavia, è con l’avvento dei social media che le “sfide” hanno raggiunto una portata senza precedenti. Piattaforme come YouTube, Facebook, Instagram e TikTok hanno contribuito a diffondere rapidamente queste “provocazioni”  ad un pubblico sempre più vasto e  hanno subito un’evoluzione nel corso del tempo, spostandosi da attività innocue e divertenti ad eventi sempre  più complessi, spesso con implicazioni sociali o politiche. Ad esempio, la “IceBucket Challenge” del 2014 che coinvolse milioni di persone che si versarono secchi di acqua ghiacciata sulla testa per sensibilizzare la ricerca sulla SLA  (sclerosi laterale amiotrofica) e raccogliere fondi.

Tuttavia, non tutte le “challenge” hanno avuto ed hanno  intenti benefici. Alcune sono diventate pericolose eun esempio eclatante di questo è stata la “Tide Pod Challenge”, in cui alcune persone sono state indotte a ingerire capsule di detersivo per lavatrice. Ho visto i risultati devastanti di questa sfida, che ha causato gravi intossicazioni e lesioni interne, richiedendo interventi medici immediati.Allo stesso modo, la “Fire Challenge” ha portato alcune persone a darsi fuoco, causando ustioni gravi e permanenti e in alcuni casi alla morte degli sfidanti.

Negli ultimi anni, ho osservato con crescente preoccupazione la diffusione di queste“sfide online” constatando che molte di esse sono  pericolosissime e  coinvolgono comportamenti estremi  potenzialmente dannosi come:  spingere le persone a mangiare sostanze tossiche, compiere acrobazie pericolose, esporre il corpo a temperature estreme o infliggere lesioni fisiche intenzionalmente.

Oltre ai rischi fisici, ho osservato anche gli impatti negativi sulla salute mentale e sociale dei partecipanti. Queste sfide possono creare una pressione sociale per aderire e dimostrare coraggio o conformarsi a determinati standard estetici, spingendo le persone a mettersi in situazioni rischiosissime pur di essere accettate o apprezzate online.

Ho visto come partecipare a sfide rischiose possa portare a sentimenti di vergogna, umiliazione o isolamento sociale in caso di fallimento o mancata riuscita. Questo può contribuire a problemi di autostima, ansia e depressione, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti che sono particolarmente vulnerabili all’influenza dei social media. Basti pensare alla cronaca di questi ultimi giorni.

Il problema e il pericolo  più significativi delle “challenge” è la tendenza all’emulazione e alla normalizzazione di comportamenti rischiosi. Mi preoccupa il fatto che queste sfide vengano pubblicate e condivise sui social media, senza nessun controllo,  influenzando altre persone a imitarle senza valutare adeguatamente i pericoli associati.

La rapidità con cui queste sfide si diffondono viralmente può creare una spirale pericolosa, in cui sempre più individui si sentono spinti a partecipare, aumentando il rischio di incidenti e lesioni. È importante rendersi conto che il desiderio di essere accettati o di ottenere popolarità online non dovrebbe mai mettere a repentaglio la nostra sicurezza e la nostra vita stessa.

Dopo un’attenta riflessione e una valutazione personale, ritengo che la pericolosità delle “challenge” online non possa essere ignorata. È fondamentale che tutti noi, come utenti responsabili del web, ci impegniamo a promuovere l’importanza della sicurezza e a diffondere consapevolezza sui rischi associati ad esse. Insieme possiamo lavorare per creare un ambiente online più sano e sicuro, in cui queste prove possano essere divertenti e stimolanti senza compromettere l’incolumità dei partecipanti.

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