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Estro campano al Teatro Stabile di Catania
con Tosca D’Aquino e il direttore De Fusco

Recente successo per l’opera “Amori e sapori nelle cucine del Principe” con la brillante attrice partenopea. Tanto Sud Italia sul palco del capoluogo etneo, che vive di nuovo vigore sotto la direzione di Luca De Fusco

Tutto l’estro e la fantasia di cuochi appassionati del proprio lavoro e finanche ossessionati dal successo dei propri piatti; l’ambientazione in una Sicilia e in un Sud Italia che andavano cambiando pelle (siamo nel 1862) passando definitivamente dal Regno Borbonico a quello dei Savoia; un lavoro teatrale che ha scommesso buona parte del proprio successo proprio sul testo e sui dialoghi, pur condito da scenografia e costumi degni di nota; e, infine, ma non certo ultimi in ordine di importanza, la briosità e la carica degli attori, con in testa la campana Tosca D’Aquino e il romano (di origini siciliane) Giampiero Ingrassia, che hanno animato l’opera uscita dalla penna di Roberto Cavosi, con la regia solida di Nadia Baldi, che ha diretto anche il progetto luci, fondamentale nella danza ora materiale ora spirituale di “Amori e sapori nelle cucine del Principe”.

Questi gli ingredienti e il titolo della fortunata commedia andata in scena per tre sere, dal 10 al 12 febbraio, al Teatro Stabile di Catania, che da quando è diretto da Luca De Fusco (anch’egli campano e le cui regie hanno visto in passato i palcoscenici del Teatro Stabile di Napoli e del Teatro Stabile del Veneto), vive di nuova linfa, riproponendo al pubblico siciliano non solo grandi classici, uno per tutti Luigi Pirandello, ma anche testi come quello di Roberto Cavosi. Nella sua opera, il messaggio è chiarito man mano che si dipanano le vicende dei protagonisti: qualunque sia il corso della Storia (con la “S” maiuscola), le storie personali e amorose dei comuni mortali avranno comunque il sopravvento e condizioneranno le nostre scelte. Così, anche se ci si prepara a grandi balli nei saloni di corte, conditi di eleganza e intrighi politici, e mentre nelle cucine ci si prepara ad affrontare il prestigioso banchetto, che vedrà il nipote del Principe annunciare ufficialmente il proprio fidanzamento, una storia parallela (con la “s” minuscola, ma non per questo meno importante) si svolge proprio tra pentole e tegami, tra ricette segrete e segreti di giovinezza. Teresa (Tosca D’Aquino) in gioventù è stata, infatti, la prostituta prediletta del Principe; intanto, Monsù Gaston (Giampiero Ingrassia), mandato da lei proprio dal Principe, sguscia tra le maglie dei segreti femminili, non solo gastronomici. Entrambi, in fondo, cercano ancora l’attenzione del Principe e la gelosia di entrambi sfocia in crudele sarcasmo. A loro agio e ciascuno brillantemente calato nei propri panni, gli altri protagonisti: Giancarlo Ratti, Tommaso D’Alia, Rossella Pugliese, Francesco Godina. Abile Luigi Ferrigno nell’impostare le scene su una cucina che è apparsa spesso come ventre dell’animo umano, dove tutto è concesso in un’ardua opera di introspezione. I costumi di Carlo Poggioli e le musiche di Ivo Parlati hanno siglato ulteriormente il successo dell’opera, prodotta da La Contrada Teatro Stabile di Trieste ed Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina.

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