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“Stella Maris”, un presepe in movimento

TORCHIATI. Ieri sera nella semplice ma d’effetto la cornice della Chiesa Maria SS di Loreto ha debuttato il Teatro degli Eventi, diretto ed ideato da Maurizio Merolla, in collaborazione con Associazione Monteforte che, ha messo in scena per le feste natalizie lo spettacolo dal titolo “Stella Maris”, con testo teatrale scritto da Paola Apuzza e Maurizio Merolla.

A fare gli onori di casa oltre al parroco Don Ferdinando che ha sottolineato di essere onorato ospitare questa pagina divino-culturale, dato che da sempre la Casa di Dio è stata e sarà la casa della cultura Non da meo è stato l’intervento del primo cittadino Girolamo Giaquinto: –Attività che incontreranno il favore non solo dell’Amministrazione Comunale ma soprattutto la mia personale. Questi, sono momenti fondamentali per una “comunità” come questa di Montoro per conoscersi e rieducarci a stare insieme, oltre che per conoscere e divulgare i nostri tesori e promuovere la cultura a tutto tondo. Questo spettacolo è molto calzate ed illuminante, il forarsi di una famiglia che darà vita ad una comunità, quella di Dio, ovvero noi”.  

Il testo, suddiviso in quadri scenici, raccoglie i sentimenti contrastanti e gli umani dubbi di alcuni personaggi tratti dai Vangeli e della tradizione popolare che, dall’Annunciazione, ricordano le varie fasi e si interrogano sul perché, se è vero e l’accettazione dell’uomo nel riconoscere il divino.

Le scene dei personaggi si collocano nell’ Annuncio e la nascita di Gesù, intervallato da musiche e canti natalizi, è stato concepito come scene di – un presepio in movimento -.  I protagonisti, infatti, sono stati tutti descritti in modo realistico, facendo emergere la loro personalità attraverso i sentimenti, i pensieri, le azioni, le emozioni profonde, manifestati o allusivi alle loro parole. Ho trovato davvero interessante nella costruzione del testo l’alternanza dell’uso della lingua italiana e napoletana che serve a sottolineare il ruolo e l’individualità dei personaggi, lingue che, per la loro potenza verbale, la varietà lessicale ed espressiva e la loro musicalità, comunicano in modo magistrale le sfumature e le emozioni vivide dei protagonisti.

Tutte le scene del testo sono state introdotte fuori campo dalla voce profonda e tonante dell’arcangelo Gabriele che annuncerà a Maria la volontà del Padre di farsi figlio nel suo ventre. Oltre che preannunciare il tema di ogni quadro, riannodare i fili della storia individuale dei personaggi con quelli del viaggio guidato dalla stella che viene dall’oriente. Benino e le pastorelle, connotati psicologicamente nella profonda umanità degli umili, degli ultimi che, il Dio fatto uomo, vuole vicini alla sua nascita, inseguono la stella cometa, l’astro che preannuncia l’evento divino della nascita del Bambino Gesù, la stella che potremmo identificare come la guida all’eterna ricerca dell’uomo di una ragione di speranza.

Questo spettacolo è un momento di interrogazione e riflessione per ciascuno. La rappresentazione teatrale non svela la visione convenzionale dell’evento sacro, secondo la quale Maria e Giuseppe, già con aura di santità, accolsero con fervore mistico e sublime accettazione, l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele. Qui è mesa in evidenza l’indole “umana”, fatta di tanti dubbi e poi, dopo la conoscenza e la fede, l’accettazione del Divino.

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