È della notte scorsa la notizia del rinvenimento di un bossolo da parte della Compagnia de Carabinieri di Solofra esploso da una pistola a salve a seguito di festeggiamenti nei pressi di un locale nel Montorese. Prendiamo in esame la situazione per provare a riflettere sui concetti di convivenza e patto sociale.
Per approfondire maggiormente i risvolti della vicenda bisogna risalire all’anno 2021, quando inizia un iter di denuncia alla Procura della Repubblica di Avellino e alle autorità competenti per rumori provenienti dal locale come musica alta fino a tarda ora nonché sparo di fuochi pirotecnici.
A prendere provvedimenti per tutelare la non semplice situazione è anche il Comune di Montoro, sotto la guida dell’amministrazione Giaquinto, con l’Ordinanza n. 75 del 16 Luglio 2022 che disciplina l’utilizzo di fuochi d’artificio e delle emissioni sonore ordinando: ” ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e privata, intesa come integrità psico-fisica della popolazione, nonché per il decoro urbano e la Sicurezza Urbana IL DIVIETO di accensione di fuochi d’artificio che generano emissioni acustiche rilevanti e simili […] dalle ore 23:00 alle 08:00 del mattino seguente”. Da segnalare che l’ordinanza viene ripresa integralmente dall’entrante amministrazione Carratù. https://www.facebook.com/share/3JZBqQmZhrdrMoL2/
A seguito delle diverse vicende, questo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di vicissitudini documentate da registrazioni audio e video inviate alle sedi competenti. Le violazioni sono continuate nel corso degli anni, accompagnate da momenti di tensione e di minacce che hanno aumentato la percezione di pericolosità per l’incolumità del vicinato. Nel frattempo continuano le indagini.
La tutela e la salvaguardia della convivenza civile permettono di garantire le condizioni per vivere nel rispetto delle libertà proprie e altrui, adempiendo a norme sociali e legali. Quando manca questa ottemperanza e non si esercitano correttamente i propri diritti e doveri, viene meno la forza del patto sociale su cui si fonda la vita di comunità.
Oltre a considerare necessaria la tutela da parte degli organi giudiziari in casi del genere, è utile riflettere su quanto sia importante la presa di coscienza individuale: pensare di dover badare strettamente al proprio spazio vitale, senza “avere cura” di tutte quelle aree grigie che ci mettono in relazione con gli altri quotidianamente, è la causa principale del disgregamento sociale che Montoro vive da decenni e che genera le condizioni di malcontento a cui nessuno sembra riuscire a porre rimedio.
Bisogna considerare prima di tutto necessaria la responsabilità individuale per poter fare affidamento sulla responsabilità collettiva. Solo così potranno esserci dei veri cambiamenti sociali.