Trasferimenti e situazioni di malessere che si sovrappongono alla gestione di vicende complesse nei territori in cui i carabinieri sono in prima linea: un mix insopportabile che sempre più spesso genera conseguenze gravissime.
A fare il punto sul fenomeno dei suicidi in divisa sono Toni Megna e Igor Tullio, segretari nazionali del Nuovo Sindacato Carabinieri, che commentano l’ultimo tragico episodio verificatosi a Viareggio, dove un giovane collega in servizio in Toscana si è sparato con la pistola d’ordinanza.
Dopo due settimane, la famiglia del carabiniere appena ventiduenne ha dato il consenso alla donazione degli organi.
“Nell’esprimere vicinanza alla famiglia – affermano i due esponenti sindacali – ci rivolgiamo alla nostra Amministrazione, auspicando che il Comando Generale valuti le proposte di NSC”.
I numeri parlano chiaro: dalla relazione sullo stato della disciplina militare e dell’organizzazione delle Forze Armate del Ministero della Difesa, emerge che i suicidi sono stati la seconda causa di morte, dopo la malattia, tra i militari.
I dati pubblicati e presentati in Senato nel 2022 fanno riferimento all’anno 2021 con trentuno casi.
Secondo “L’osservatorio sui suicidi in divisa” nel 2024 invece sono già trentacinque i casi resi noti includendo tutto il personale in divisa, compreso il giovane carabiniere di Viareggio.
“Si tratta di un fenomeno che non accenna a placarsi – affermano i segretari – e su cui occorre incidere con forza per contrastarlo efficacemente: il Nuovo Sindacato Carabinieri ha offerto molti spunti, elementi di riflessione e suggerimenti, tra cui l’avvio di incontri periodici a livello periferico che vedano anche l’intervento di specialisti esterni all’Amministrazione e la piena collaborazione tra le varie Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari rappresentative”.
“Si tratta, tuttavia – precisano Toni Megna e Igor Tullio – di possibili iniziative e istanze che, a oggi, non hanno trovato alcun riscontro”.
Come è noto, i temi delle condizioni di lavoro e del contrasto ai suicidi nelle Forze dell’Ordine sono prioritari per il Nuovo Sindacato Carabinieri.
“Dialoghiamo costantemente a favore dei colleghi a nome della sigla – precisano i due segretari nazionali – con il Comando Generale dell’Arma, con i Comandanti di vertice e i Comandanti ai vari livelli, gestendo situazioni critiche e con risultati che, in molti casi, è possibile definire eccezionali: su molti temi e situazioni di disagio siamo ascoltati e le nostre richieste sono accolte”.
“Il muro contro muro non paga – affermano – e pertanto occorre ripristinare un clima di collaborazione, pur nella consapevolezza di ruoli contrapposti, abbandonando continue ricostruzioni fantasiose relative a un Corpo militare in presunto declino, che non fanno bene né all’Amministrazione né alle sigle sindacali”.
“L’Arma dei Carabinieri, semmai – concludono – rimane nel 2024 la Forza di Polizia più apprezzata dai cittadini, grazie all’impegno quotidiano dei nostri colleghi”.