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All’ospedale Sant’Ottone Frangipane – Belizzi di Ariano Irpino primo impianto del nuovo dispositivo per il trattamento dello Scompenso Cardiaco Cronico

Nuovo importante risultato per la Cardiologia interventistica del P.O. di Ariano Irpino, fortemente voluta dal Direttore Generale dell’ASL di Avellino, Dott. Mario Nicola Vittorio Ferrante. All’Ospedale Sant’Ottone Frangipane-Bellizzi è stato impiantato il primo caso di nuovo dispositivo Optimizer® Smart Mini di ultima generazione per la terapia elettrica per lo scompenso cardiaco cronico, tramite la terapia di modulazione di contrattilità cardiaca, nota come terapia CCM. 

Ad essere operata è stata una paziente di 70 anni che soffriva di scompenso cardiaco cronico refrattario alla terapia medica ottimizzata, con multipli ricoveri per scompenso cardiaco e non trattabile con altri tipi di interventi. L’intervento di impianto del dispositivo è simile ad un impianto di pacemaker ed è stato eseguito in anestesia locale.

Il giorno seguente il paziente già ha avvertito i primi miglioramenti sulla sintomatologia. A beneficiare di questo nuovo approccio, poi, ci sono tutta una categoria di malati che, altrimenti, rischierebbero di dover convivere a lungo con questa malattia: come quelli che non rispondono in maniera ottimale alle terapie farmacologiche.

“Il centro di Ariano Irpino si pone ancora una volta come eccellenza del territorio per le patologie cardiache con particolare interesse allo scompenso cardiaco. – afferma il Direttore Generale Ferrante – Lo Scompenso Cardiaco rappresenta un ri­levante problema di salute pubblica di enorme rilievo e lo di­venterà sempre di più a causa dell’invecchia­mento della popolazione. Infatti, nei pazienti con età superiore ai 65 anni, il 10% circa della popolazione la prima causa di ricovero è per scompenso cardiaco cronico”.

In Italia, a soffrire di questa patologia, secondo i dati della Fondazione GIMBE, sono circa 1 milione di persone con un’incidenza di circa 90.000 nuovi casi/anno. Da qui l’importanza di una migliore e più efficiente gestione del paziente scompensato.

Il dispositivo Optimizer Smart Mini ha le dimensioni di un normale pacemaker convenzionale, è prodotto dalla ditta israelo-americana Impulse Dynamics ed eroga una terapia in grado di migliorare la contrattilità del cuore, stimolando il muscolo cardiaco con degli impulsi elettrici non eccitatori nel periodo refrattario ventricolare, attraverso impulsi diversi rispetto a quelli del pacemaker (che servono a stimolare elettricamente il cuore quando esso è bloccato e quindi il muscolo si ferma o rallenta criticamente).

Optimizer Smart Mini è l’unico dispositivo cardiaco impiantabile sul mercato dotato della funzione di ricaricabilità dall’esterno, tramite un semplice caricatore che trasferisce per induzione l’energia al dispositivo. Con una ricarica settimanale viene garantita una longevità del dispositivo di almeno 20 anni. Un dispositivo per la vita per una importante fetta di pazienti, se si considera che la probabilità di sopravvivenza a 5 anni è del 50%.

Il Centro di Ariano Irpino ha già una esperienza con la terapia CCM. Infatti, nel 2019 è stato il secondo centro in Campania ad utilizzare questa tecnologia terapeutica ed il caso è stato anche oggetto di una pubblicazione su una rivista internazionale nel 2021 (https://www.mdpi.com/2039-7283/11/4/98).

“Negli ultimi anni sono stati introdotti importanti farmaci per il trattamento dello scompenso che sono in grado di ridurre le ospedalizzazioni e la mortalità; inoltre, c’è ancora una fetta di pazienti che non rispondono la terapia medica oppure non sono indicati, per la presenza di altre patologie, alla somministrazione di alcuni farmaci. Per questo motivo dobbiamo ricorrere a quante più armi possibili per il combattere lo scompenso” – spiega il Direttore della Cardiologia, dott. Vittorio Ambrosini.

“La terapia CCM viene presa in considerazione quando un paziente a terapia medica ottimizzata o tollerabile non ha criteri elegibili per la più nota terapia a risincronizzazione cardiaca e/o a sistemi di assistenza meccanica ventricolare, ma anche come ponte al trapianto cardiaco” – spiega il dott. Gianvito Manganelli, che ha eseguito l’intervento. “Il dispositivo per la terapia CCM si comporta come un inotropo andando a determinare una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore del paziente scompensato, infatti, si riduce l’attività dei geni e delle proteine responsabili della mobilizzazione degli ioni calcio nella cellula e conseguentemente della sua contrattilità”.

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