“Alessandra e Costantino Mazza, sono due nomi che risuonano nelle nostre coscienze e che ci impediscono di voltarci dall’altra parte. Padre e figlia sono stati abbandonati a sé stessidalla nostra comunità. I milioni spesi per servizi sociali al Comune di Avellino – scrive Picariello in un comunicato stampa- non sono serviti a dare risposte; anzi, rappresentano un atto d’accusa nei confronti di tutti noi.
Abbiamo provato in questi anni a sottolineare in Consiglio comunale come i consultori dovessero essere presenti sul territorio di una piccola comunità come la nostra, che le strutture dei servizi sociali dovessero funzionare rispondendo alle richieste di una fascia sempre più vasta di popolazione in difficoltà, e non diventare un altro bacino di clientela. In risposta abbiamo avuto solo promesse.
Le risposte ai bisogni in materia di assistenza alle malattie della sfera psichica, alle marginalità, al disagio non possono venire, come ripete spesso la Caritas, soltanto da interventi episodici o ricorrendo al volontariato. La lunghissima fase di commissariamento dei servizi sociali e le scelte discutibili di questi mesi circa la nuova dirigenza del Consorzio servizi sociali, dicono esattamente che il dramma di Costantino e Alessandra era un dramma annunciato.
Chi ha preso in carico quella famiglia? Chi è stato vicino a quelle persone che, come i fatti dimostrano, hanno dovuto affrontare in solitudine il dramma della malattia psichica?
Per questo chiedo che si rifletta sul dramma di Alessandra e Costantino. Ognuno faccia la sua parte, richiamando chi amministra a dare risposte concrete al disagio sociale e mentale.
La morte di due persone in una maniera così tragica mi impone di richiedere che le manifestazioni in corso vengano interrotte in città, che venga proclamato il lutto cittadino per i funerali.
Altrimenti Alessandra e Costantino sono morti invano. Altrimenti sarà chiaro che il loro destino davvero non interessava e non interessa nessuno e che anche questa volta ci siamo voltati dall’altra parte”.