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Il campano Luca De Fusco ed il Teatro Stabile di Catania – Nostra intervista al Direttore

È tutto pronto per continuare a vivere nuove emozioni con il Teatro Stabile di Catania, che nelle scorse settimane ha presentato il nuovo cartellone per la stagione 2023/2024. Alla sua direzione,ancora una volta, il campano Luca De Fusco, che ha ben condotto la stagione appena conclusa e ha mantenuto la barra del timone in armonioso equilibrio tra opere moderne e veri e propri classici del palcoscenico. Una stagione, quella nuova, che De Fusco ribadisce essere sul sentiero della netta ripresa dello storico Teatro del capoluogo etneo, che ricomincia, finalmente, ad affacciarsi sullo scenario dei grandi teatri nazionali italiani. Il tutto condito dalla altrettanto armoniosa condivisione con il CdA e con la presidente, Rita Gari Cinquegrana.

Il nostro magazine InVeritas ha intervistato il direttore in merito al nuovo cartellone proposto, orgogliosi che un campano sia confermato alla guida di una simile prestigiosa realtà del Sud Italia.

Direttore De Fusco, partiamo proprio da questo filo conduttore che unisce la Campania, Napoli, la Sicilia, Catania… Insomma, lavora a “casa”?

“La cosa più importante che ho fatto nella vita è stata prendere le redini del TeatroStabile di Napoli e averlo fatto diventare un Teatro nazionale, scalando la vetta fino alla sesta posizione. Con Catania abbiamo recuperato già molti punti. E questo, dopo le esperienze anche con il Teatro Parenti, con l’Elfo e con lo Stabile di Brescia.Siamo il quartoTric (Teatro di rilevante interesse culturale, ndr) e il sogno sarebbe dare alla Sicilia, unendo le forze con la realtà palermitana, ciò che le spetta. Dobbiamo molto alla Sicilia teatrale, perché senza di essa non ci sarebbe il nostro teatro nazionale”.

Infatti, già l’anno scorso ha inserito grandi classici, anche siciliani, in cartellone. E anche quest’anno il gioco passa in piena armonia dai classici alle opere moderne?

“Tengo a precisare che, ad esempio, Luigi Pirandello l’anno prossimo vedrà nuove rappresentazioni allestitein grandi realtà, come al Teatro Argentina di Roma o al Parenti di Milano, dove andrà in scena il “Così è, se vi pare”. E a Catania apriamo la stagione con un altro grande classico della letteratura, “Anna Karenina”, di Leone Tolstoj”.

A proposito di Anna Karenina, la scelta è significativa: in un momento molto delicato per l’Europa e per il mondo, la risposta culturale è non cancellare ma studiare!

“Dico subito che sono politicamente e fieramente filo-ucraino ma penso che una cosa sia la politica russa e una cosa sia la cultura. Ho lavorato in Russia, lì ho molti amici e le posso assicurare che l’intellighenzia è fuggita, coloro che si considerano di cultura europea e non asiatica. Inserire Karenina, aprendo con questa il cartellone, è una scelta di politica culturale, anche se ho scoperto di avere fatto esplodere una piccola bomba. Comunque, lo spettacolo è richiestissimo”.

Quali differenze sostanziali ha apportato con la nuova stagione rispetto a quella appena conclusa?

“Una, sicuramente, è il grande irrobustimento del secondo spazio, la Sala Futura, dove ci sarà anche il grande attore cataneseLeo Gullotta inserito nel cartellone più piccolo, e dove oggi registriamo già 150 abbonamenti nuovi. Ritengo che abbiamo bisogno di uno spazio per la sperimentazione e per le forze locali, uno spazio che sia vivo. La seconda differenza, poi, è un abbonamento più plurale: oltre ai 9 titoli fissi, infatti, si può scegliere traopere di pura letteratura o 3 titoli con abbonamento del “teatro on/off”, che vanno incontro alla domanda di un teatro più giovanile”.

E poi ci sono gli incontri del “Caffè letterario”, quasi un programma parallelo?

“Certamente. Abbiamo pensato di non farlo più solo sugli autori ma anche su temi precisi, come Eros e Tanatos, il Misticismo, l’Umorismo, ecc…”.

E comunque, la direzione del Teatro non esclude la sua regia o la sua mano come autore in alcune opere?

“Penso ci siano vantaggi e svantaggi, in questo aspetto. Forse un direttore manager “puro” ha la fama di essere più attento alla parte economica, che è importantissima. Ma posso sottolineare che, in poco più di un anno, abbiamoottenuto due aumenti di sovvenzioni da parte della Regione e, allo stesso tempo, un punteggio artistico più alto, con la sponsorizzazione delle nostre tournée”.

E infine, mentre notiamo un certo meritato orgoglio in questa ultima dichiarazione, Luca De Fusco ricorda, a fine intervista, quale sia il motto importante che denota quest’altra nuova e bella stagione del Teatro Stabile di Catania: “Per fare una Grande Stagione ci vuole un Grande Pubblico”. Ed anche questo il direttore campano sembra averlo trovato…

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