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C’eravamo lasciate così…con Annachiara Cecere

Tu nasci a Salerno, come musicista e cantautrice: quando ti avvicini alla musica?

«Io nasco come cantautrice. Penso che ci siano state alcune tappe fondamentali della mia vita: sicuramente il fatto che una bambina di 5 anni su un triciclo si fermi davanti all’attacco di “Sally” nella versione di Fiorella Mannoia, non è una cosa comune. Poi verso i 19 anni ho iniziato a sentire questa esigenza, come se ci fosse qualcosa più forte di me che volesse comunicare, quindi ho iniziato a prendere lezioni di canto, ma per passatempo. Solo dopo è diventata una passione e a un certo punto è nata l’idea di creare un inedito.»

Per te la musica è stata una ricerca, un aver trovato il tuo “io”, il tuo punto fermo?

«A volte penso che sia stata lei a trovare me e la più grande forma d’affetto che il mio pubblico possa darmi, è il rispetto»

Come nascono i tuoi testi?

«I miei testi nascono in cinque-dieci minuti, poi li rimaneggio, nascono nel momento in cui smetto di pensare e comincia una sorta di “flusso di coscienza” che inizio a mettere su carta. C’è differenza tra quando scrivi spontaneamente e quando cerchi l’ispirazione forzatamente. Non riesco a non essere onesta»

Per te la musica è sentirsi vivi?

«Assolutamente sì. Se non avessi la musica, mi sentirei completamente persa. Con la musica ho un rapporto d’amore»

Le esperienze della tua vita, quanto hanno influito nella scrittura dei testi nel tuo rapporto con la musica?

«Tantissimo. Se io non avessi vissuto determinate cose, probabilmente, non avrei avuto la giusta maturità artistica per affrontare alcune tematiche»

Hai paura di aprirti intimamente rispetto al pubblico, vista la tua sincerità?

«No, la sincerità è un mio punto di forza, mi diversifica»

Com’è stare di fronte a delle persone che ti ascoltano?

«Bellissimo. Ho il diritto di piangere e di emozionarmi con le persone, ma anche le cose negative che mi accadono in questo contesto fanno comunque esperienza»

La musica è stata per te un’opportunità di riscatto?

«Assolutamente sì. Mi auguro che possa esserlo ancora di più in futuro»

Tu parti da zero? Da sola, senza aiuto?

«Parto con la sola sponsorizzazione sui social, per il resto non ho qualcuno che mi promuova»

Per il futuro, hai in mente dei lavori che usciranno a breve, o dobbiamo aspettare più di qualche mese?

«Sicuramente per l’estate uscirà un nuovo inedito, ci sto lavorando. Amo curare i dettagli, ed è anche in questo modo che arrivo maggiormente al pubblico»

La tua ultima canzone è diventata un tormentone, la sentiamo un po’ dappertutto. Fin dove è arrivata?

«Sono finita su uno spot dell’Università di Napoli. Avendolo visto per sbaglio, è stato ancora più emozionante.Una ragazza di Milano mi ha detto che sotto il balcone della cugina passa una persona che stava ascoltando la mia canzone ad alto volume. Per me che sono partita dal nulla, è stata una cosa inaspettata»

La critica che hai ricevuto, sia negativa, sia positiva, è stata importante?

«Sì, anche se le critiche vanno selezionate. Le persone che vogliono vederti crescere, sono poche e le persone che vogliono screditarti, sono tante, ma l’importante è che se ne parli. Non bisogna fermarsi ad esse, certo può nascere un conflitto con se stessi, sai… ma bisogna combattere sempre!»

Che tipo di artista sei?

«Eclettica, a partire dalla musica che ascolto. Mi rivedo in tanti stili diversi ma è arrivato il momento di creare un equilibrio»

Pensi che ti inserirai in un genere, o il tuo obiettivo è quello di creare un’identità musicale tua?

«Forse entrambe le cose. Per adesso sono inserita nel mondo del Pop, tuttavia in questi contesti penso che sia importante non etichettarsi»

Che cos’è la diversità per te e come la vivi?

«Io vivo la diversità come la cosa più bella del mondo, mentre altre volte la vivo come un enorme difetto. La diversità nel mio periodo adolescenziale mi ha fatta sentire tremendamente emarginata, ma nel momento in cui capiamo che il nostro ‘essere diversi’ è speciale, tocca a noi fare una selezione delle persone che ci circondano. Dipende anche dai contesti e dai periodi di vita»

Potrebbe essere un tuo obiettivo, anche con la musica, andare contro questa emancipazione?

«Sì, io già lo faccio. Cerco di emanciparmi anche artisticamente attraverso lo scritto, per sottolineare che la diversità è una qualità»

Quanto è importante per te il contatto con il pubblico tramite i Social?

«Tantissimo. Il passo successivo, è imparare a farlo anche tramite i live. Il pubblico mi mostra tanto bene, facendo si che i miei dubbi si cancellino. Il contatto con il pubblico è un percorso di crescita»

Ci sarà un album?

«Per ora pubblicherò dei singoli, perché oggi nel mercato discografico è più importante un singolo rispetto a un album… magari nel futuro per ora ho dei piccoli obiettivi, chissà!»

Che cos’è per te l’amore?

«Per me l’amore è rivedere sé stessi attraverso gli altri, come in uno specchio»

Annachiara Cecere.

  • Articolo di Giuseppina D’Auria per il progetto «Giornartista» https://instagram.com/_giornartista__?igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg==
  • con la collaborazione di Alessia De Luca.

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