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5 maggio 1998, la tragedia da non dimenticare e da cui prendere lezione

Era il 5 maggio del 1998 quando un violento temporale si abbatte sulla Campania. In poche ore venne giù una enorme quantità di acqua e con essa frane e smottamenti. Dopo poche ore arrivarono le drammatiche notizie di morti tra la popolazione e danni ingenti al territorio. Sarno, Bracigliano, Siano, Quindici e San Felice a Cancello insieme fecero registrare 161 morti. Nella sola Sarno, che subì i danni maggiori, morirono travolte da fango 137 persone. Travolte 400 case di Episcopio e l’ ospedale cittadino. Alla fine vi furono 2000 sfollati e 9000 persone costrette a convivere con l’ incubo di nuove frane. Una tragedia impossibile da dimenticare. Una ferita che ha segnato per sempre le comunità. Ma il 5 maggio del 1998 neanche Montoro non lo dimenticherà, o meglio gli abitanti delle frazioni Piano e Misciano che si ritrovarono con il fango fin dentro casa per gli smottamenti avvenuti a monte. La frazione Piano in particolare si salvò grazie al fatto che detriti, pietre e fango, provenienti dallo smottamento avvenuto alle pendici del monte Salto, si fermarono sulla massicciata della linea ferroviaria. In paese arrivò comunque acqua e fango che allagarono scantinati, garage e case. Scene che i più anziani ricordano ancora nitidamente. E per proteggere l’abitato anche a Montoro, come negli altri comuni citati, vennero eseguiti lavori importanti. A ridosso delle due frazioni, infatti, furono costruite delle vasche di contenimento e griglie di protezione. Nella vasca di Mezzo a Piano furono realizzati anche rostri frangi colata. Opere costate milioni e milioni di euro che poi sono state abbandonate per anni, tanto da metterne in discussione la funzionalità di mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico. Questo perché piene di terreno e pietrame con la conseguenza che ad un forte temporale, con susseguenti distacchi di fango e altro materiale, le vasche non possono più assolvere al compito per cui sono state realizzate. Solo lo scorso anno, su sollecito del comune, è stato possibile grazie all’intervento del consorzio di bonifica e delle maestranze della comunità montana rendere più pulite le vasche di località “Vallone” e “Parelle”. I vandali ed incivili continuano però a buttare dentro ogni sorta di rifiuto dimenticando perché quelle opere sono state realizzate.  Andrebbe loro ricordato che, detriti e immondizia ostacolano l’opera di contenimento e in caso di forti piogge e nuovi smottamenti i centri abitati potrebbero essere raggiunti da un fiume di acqua e fango proveniente dalla montagna. La tragedia che ha colpito nel 1998 Sarno, Bracigliano, Siano, Quindici, San Felice a Cancello e sfiorato, per fortuna, Montoro dovrebbe far riflettere tutti. Non dimenticare è il passo più importante per difenderci da situazioni come questi disastri, il successivo è avere rispetto e manutentare le opere poste a salvaguardia degli abitati e quindi della vita.

(foto allagamento frazione Piano, dal web)

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